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Viene meno il Privacy Shield: le conseguenze per le aziende

Con la sentenza 311/18, la Corte di Giustizia dell'Unione Europea riscrive i rapporti commerciali tra UE e Stati Uniti, bocciando il Privacy Shield, ovvero l'accordo tra i due Paesi sulle modalità di trattamento dei dati e sulle eventuali ingerenze e controlli da parte dell'Amministrazione americana.

Il venir meno del Privacy Shield comporta maggiori difficoltà nel trasferimento dei dati personali tra imprese al di qua e al di là dell'Atlantico, e nell'interazione con le grandi tech company, quali Facebook, Google ecc. le cui clausole contrattuali (soprattutto per i profili free) non indicano in maniera specifica il luogo di conservazione dei dati.

Pertanto, tutte le aziende che utilizzano cloud o servizi social, dovranno quanto meno rivedere le loro informative e le loro politiche interne di gestione dati.

Va specificato che la Corte di Giustizia non invalida di per sé il trasferimento verso gli USA, ma afferma che questo non può essere più giustificato dalla mera aderenza, da parte delle aziende coinvolte, al Privacy Shield.

Dunque le aziende che trasferiscono dati personali verso gli Stati Uniti dovranno fornire ulteriori garanzie, non potendo più basarsi sull'adesione al Privacy Shield e dovranno fornire all'interessato una adeguata tutela, compreso un mezzo di ricorso efficace per la tutela dei diritti.

Occorrerà inoltre, per le aziende, ma soprattutto per i consumatori, fare estrema attenzione al momento della sottoscrizione degli accordi di fornitura al fine di verificare che non inducano ad esprimere un consenso (più o meno evidente) al trasferimento verso il Paese terzo.

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