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Coronavirus: guida alla scelta della mascherina facciale

La produzione delle maschere facciali da utilizzare come dispositivi medici o come dispositivi di protezione individuale soprattutto, negli ambienti ospedalieri e assistenziali, deve seguire precise norme tecniche UNI.

Nel decreto legge "Cura Italia" del 17 marzo scorso, il Governo ha introdotto nuove procedure di validazione di questi dispositivi, in deroga a quelle ordinarie e valide fino al termine dello stato di emergenza. La pandemia da Covid-19, infatti, ha reso necessario l'approvvigionamento di notevoli quantitativi di questi strumenti, per questo motivo si è reso necessario prevedere procedure straordinarie più veloci per la produzione, importazione e messa in commercio.

Esistono diverse tipologie di mascherine di protezione.

Mascherine chirurgiche

Ricadono nell'ambito dei dispositivi medici (DM) e per essere sicure, devono rispettare i requisiti della norma UNI EN 14683:2019. Si utilizzano in ambiente ospedaliero e in luoghi dove si presta assistenza a pazienti e servono a evitare la contaminazione dell'ambiente da parte di chi le indossa, limitando la trasmissione di agenti infettivi.

In deroga alla procedura ordinaria, la loro validazione è di competenza dell'Istituto superiore di Sanità che con la Nota Esplicativa alla procedura di produzione in deroga di maschere facciali ad uso medico chiarisce che:

"Le maschere facciali ad uso medico si dividono in Tipo I e Tipo II a seconda del livello di capacità filtrante ai batteri ed inoltre il tipo II si divide in Tipo II e Tipo IIR a seconda se resistenti o meno agli schizzi. "

Le mascherine chirurgiche (monouso) non garantiscono una protezione elevata nei confronti del virus che proviene dall'esterno, in quanto non hanno un sistema filtrante adatto e non trattengono le particelle fini e molto fini generate, ad esempio, dall'aerosol. Devono indossarle le persone infette o potenzialmente infette per evitare che tosse e starnuti possano contagiare altre persone. Se si è sani, per evitare di contagiarsi, si consiglia l'uso delle mascherine facciali FFP2 o FFP3.

Mascherine FFP2 e FFP3

Le mascherine FFP2 e FFP3 o filtranti facciali servono per proteggere le vie respiratorie da agenti esterni (anche da trasmissione di infezioni da goccioline e aerosol). Data l'elevata capacità di filtraggio del materiale che le costituisce sono impiegate anche nei reparti di malattie infettive. Le mascherine FPP possono essere dotate o meno di valvola.

La norma tecnica UNI EN 149:2009 specifica i requisiti minimi per le maschere filtranti, con l'obiettivo di garantirne le caratteristiche di efficienza, traspirabilità e stabilità della struttura attraverso prove e test tecnici.

Il decreto legge Cura Italia ha attribuito all'Inail la competenza sulla validazione straordinaria di questi dispostivi.

Analizziamo ora la capacità filtrante delle FPP nei due casi.

FFP2 senza valvola: hanno una capacità filtrante in entrambe le direzioni del 92%. Sono ben tollerate e devono essere cambiate meno di frequente, perché il potere filtrante si mantiene.

FFP3 senza valvola: hanno una capacità filtrante verso l'interno ed esterno pari al 98%. Sono quelle che proteggono in modo pressoché totale, tuttavia possono essere mal tollerate da chi li indossa, perché si accumula all'interno della mascherina l'aria espirata, inumidendo il materiale della maschera e rendendo complessivamente più faticosa la respirazione. Inoltre devono essere cambiate frequentemente.

FFP2 e FFP3 con valvola: hanno la caratteristica di consentire una agevole respirazione, ma proteggono chi le indossa e non gli altri, perché attraverso la valvola esce il respiro. Mantengono la stessa capacità filtrante delle precedenti in entrata, ma in uscita filtrano non più del 20%, quindi non dovrebbero essere usate dalla popolazione al di fuori dell'ambiente ospedaliero, perché le persone infette e asintomatiche potrebbero trasmettere la malattia.

Altri tipi di maschere

Sono reperibili in commercio altre tipologie di maschere che non hanno i requisiti previsti dalle norme tecniche. Non trattandosi di dispositivi medici, né di DPI, queste maschere non possono essere utilizzate in ambiente ospedaliero o assistenziale. Esse possono essere comunque prodotte sotto la responsabilità del produttore, che ne garantisce sicurezza ed efficacia. Non è prevista alcuna valutazione né da parte di Inail né da parte dell'Istituto superiore di Sanità.

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